mercoledì 16 marzo 2011

The Booth: un esperimento sorprendente


"Ti affiderò un incarico. Se lo svolgerai, otterrai ciò che vuoi"


Così dice a tutti i suoi interlocutori il signor Nessuno, seduto al tavolo di un anonimo diner a ridosso tra una strada statale e una squallida ferrovia in una città americana qualunque. E tutti i suoi interlocutori lo scrutano e lo ascoltano con timore quasi reverenziale perchè è colui che "fa si che certe cose accadano" ed è probabilmente l'unica persona al mondo in grado di aiutarli.

E così si susseguono i vari personaggi, si siedono tutti al tavolo dello sconosciuto, sempre lo stesso tavolo, raccontandogli i loro sogni, i loro desideri e avanzando le loro richieste talvolta astruse e disperate. Tra un omelette e un french toast l'uomo senza nome con un fare da psicoterapeuta li ascolta in silenzio con lo sguardo intorpidito in cui è possibile leggere anche un incomprensibile malessere, ma sempre avido di conoscere i pensieri e gli stati d'animo delle persone, che appunta meticolosamente sulla sua agenda consunta rivestita di pelle. Affida a tutti degli incarichi: uccidere persone, proteggere persone e per giunta rapinare banche o fabbricare ordigni esplosivi. In cambio gli promette di esaudire le loro richieste. Ma fin dove si è disposti a spingersi per ottenere ciò che si vuole? Probabilmente è questo che l'uomo misterioso (magistralmente interpretato da Xander Berkeley) vuole tanto sapere...

Bene, di recente ho terminato la visione di questa serie-esperimento andata in onda su FX che ho trovato spettacolare. La cosa che più ha saputo colpirmi è il modo in cui riesce a calamitare l'attenzione fin da subito e con pochi mezzi a disposizione. La location è sempre la stessa, i personaggi si susseguono sullo schermo ognuno con il suo carattere ben delineato, con la sua storia, con la sua disperata ambizione. Una serie fatta di dialoghi, di sguardi e in larga parte d'immaginazione.

Di questa serie ho seguito l'intera campagna di lancio come sound designer, il video allegato è il promo generico che con l'aiuto di un sound design minimalista e un celebre brano musicale di sottofondo ai dialoghi, cerca di decantare l'atmosfera unica che si respira su The Booth. E a mio dire riesce pienamente nell'intento.

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