giovedì 4 aprile 2013

Indovina chi viene a cena?


"Dio fece il cibo, ma certo il Diavolo fece i cuochi." 
(James Joyce)


Grande invenzione TripAdvisor.
E' uno strumento utile ma bisogna saperlo usare bene. Bisogna saper leggere tra le righe delle centinaia di commenti che spesso affollano le schede dei ristoranti e alberghi. Bisogna saper individuare le recensioni di cortesia (magari a cura degli amici o i parenti dei gestori), quelle frettolose e inconsistenti e infine quelle degli incontentabili cronici che abbassano gratuitamente la media di un locale anche solo per provare un brivido di onnipotenza mascherata malamente dietro una parvenza di raffinatezza. Anch'io mi diletto a scrivere su TripAdviror cercando di essere il più obiettivo possibile e valutando il posto in cui ho mangiato tenendo conto di tre fattori che reputo fondamentali:

-la qualità e la varietà del cibo
-la qualità della struttura e dei servizi offerti
-il prezzo finale in funzione dei fattori di cui sopra

Insomma, trovare un buon ristorante per me è quasi una caccia al tesoro. E' una ricerca metodica che quando va a buon fine premia con una bella serata e del buon cibo. Del resto consumare un buon pasto lasciandosi inebriare dagli odori e farsi trasportare dai sapori è un appagamento intimo e personale per tutti gli esseri umani. E saper dosare e miscelare gli ingredienti a dovere è un'alchimia, forse la più vecchia per quanto ne possiamo sapere. "A tavola perdonerei chiunque, anche i miei parenti" scriveva Oscar Wilde, e come dargli torto? Infatti il buon cibo è sinonimo di comunione e condivisione e può essere utilizzato per raggiungere molteplici scopi tra cui consolare, conquistare, riappacificare ed unire le persone.

Nutro molto rispetto per i bravi chef, li idealizzo un pò come degli stregoni, dei custodi di un fuoco sacro e credo che possiedano per certi versi una chiave universale per fare breccia nel cuore della gente attraverso l'attenta miscela delle loro pozioni magiche, i gesti e la fantasia dei piccoli dettagli del mestiere.

A tutti sarà successo almeno una volta di scegliere un ristorante a casaccio e trovarsi così a consumare dei pasti pessimi, ricevere un pessimo servizio e magari a pagare un conto fuori misura. Ed è proprio questo il fulcro di Cucine da Incubo, la versione italiana del celebre programma Hell's Kitchen patrocinata da quel mattacchione perennemente laccato di Gordon Ramsay. In Cucine da Incubo made in Italy, FoxLife ci propone invece lo chef "di peso" di Villa Crespi Antonino Cannavacciuolo, che tra un manicaretto e l'altro disossa prosciutti a mani nude. Essendo uno degli chef più bravi d'Italia sarà suo il compito di andare in soccorso di ristoranti dalle cucine deprecabili e di esercizi mal gestiti sul baratro del fallimento, insegnando un pò di disciplina gastronomica anche a suon di urla disumane e sganassoni se serve.

Il video che propongo oggi è lo spot della campagna di lancio di Cucine da Incubo girato dal regista Daniele Persica con cui in passato ho già collaborato per il sound design del magnifico spot di Fino All'Ultimo Round Anche in questo caso ho curato la parte audio partendo dalle immagini e dalla musica, gli unici riferimenti che avevo a disposizione. L'idea era appunto quella di "appesantire" le immagini creando un'atmosfera sonora folle e insostenibile piena di elementi rumorosi fino a quando l'ermetico Cannavacciuolo come un novello giudice ristabilisce l'ordine delle cose con un colpo di mannaia. Ogni elemento presente nello scenario (animato dall'infallibile reparto grafico di Fox) è stato sonorizzato utilizzando e miscelando tra loro una dozzina di singoli suoni differenti, mentre per creare il colpo di mannaia sul tagliere ne ho utilizzati almeno il doppio.... una bella fatica ma ne è valsa la pena.

Pensandoci bene, nel mio lavoro anch'io posso considerarmi un pò come uno "chef del suono".
Allora che aspettate? Date subito un assaggio al video finchè è caldo e ditemi se di sale va bene.

Buon appetito!

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